Con l’espressione perdita perinatale si fa riferimento alla morte che occorre in gravidanza, durante il parto o nella prima settimana successiva alla nascita. Sebbene si tratti di un evento non raro, di perdita perinatale poco si parla: in un periodo storico e in una società orientata alla conservazione della vita, per la quale la morte si pone come primo e indiscusso tabù, la perdita perinatale esce dallo scenario dei possibili esiti naturali del processo gravidico e si pone come un evento impensabile. E’ una morte invisibile, perché si verifica nel grembo materno, e dà spesso luogo a un lutto diseredato: a causa della mancanza di riconoscimento sociale, l’elaborazione del lutto si blocca e il dolore non fluisce.
A partire da un dolore che si incista nel corpo della madre – lì dove la perdita avviene – le ripercussioni della perdita perinatale si diffondono, a cerchi concentrici, all’interno del sistema familiare nucleare ed esteso. La sofferenza si estende dalla madre e dal padre al sistema coppia, e coinvolge anche i “forgotten grievers”, nonni, fratelli e persino figli che potrebbero arrivare dopo, che non sono legittimati all’espressione del proprio dolore e che possono portare sulle spalle le conseguenze della perdita anche a lungo termine.
A partire da un’analisi attenta della letteratura internazionale, e adottando un’ottica attenta alle relazioni familiari, l’intervento porta una riflessione clinica sul fenomeno e sulle sue complesse ripercussioni.
a cura della Prof.ssa Gabrella Gandino