L’acronimo SUID (o SUDI), dall’inglese “Sudden and Unexpected Infant Death” (Morte improvvisa ed inaspettata del lattante), viene utilizzato per indicare tutte le morti improvvise ed inaspettate da 1 a 12 mesi di età indipendentemente dalla causa.
I casi di S.U.I.D. che restano privi di spiegazione possono essere classificati come S.I.D.S..
Quindi la S.I.D.S. è una delle cause di S.U.I.D. essendo responsabile di circa l’80% delle morti improvvise ed inaspettate. Il restante 20% dei casi viene riferito ad una causa certa.
La S.I.D.S., dall’acronimo inglese Sudden Infant Death Syndrom (Sindrome della morte improvvisa del lattante) è definita come “la morte improvvisa ed inaspettata di un bambino di età inferiore a 12 mesi che si verifica durante il sonno e che resta priva di spiegazione dopo un’attenta analisi del caso che comprende l’effettuazione di un’autopsia completa, la revisione delle circostanze del decesso e la valutazione della storia clinica della vittima”.
Più che di una malattia, si tratta di un tragico evento, epilogo inaspettato di un fenomeno ancora in parte sconosciuto che insorge improvvisamente in un bambino sano.
La particolare drammaticità della S.I.D.S. emerge dal racconto di molti genitori che riferiscono che le vittime si erano addormentate poche ore o pochi minuti prima del decesso,
in benessere senza che nulla facesse presagire un simile evento.
L’epidemiologia evidenzia che la S.I.D.S. colpisce prevalentemente il primo anno di vita, escludendo l’epoca neonatale, e che la maggior parte degli eventi si verificano entro i primi 6 mesi di età con un picco di incidenza tra i 2 e i 4 mesi.
A questo periodo della vita corrisponde infatti, come possibile conseguenza dei rapidi processi maturativi in corso, una particolare instabilità dei meccanismi deputati al controllo delle principali funzioni vitali dell’organismo:l’ attività cardiaca e respiratoria.
Un’altra caratteristica distintiva della S.I.D.S. è la sua predominanza nel sesso maschile che presenta un rischio superiore del 30-50% rispetto a quello femminile .
La morte sopraggiunge verosimilmente nel sonno in circa l’86% dei casi ed è per questo motivo che la S.I.D.S. rientra nella classificazione internazionale dei disturbi del sonno che sono di pertinenza della medicina del sonno e della tecnologia strumentale di cui
essa dispone, gli accertamenti diagnostici e i presidi preventivi mirati ad individuare e proteggere i soggetti a rischio.
Anche la ricerca scientifica sulla S.I.D.S. nei suoi numerosi ambiti di sviluppo: epidemiologico, anatomo-patologico, genetico, fisiopatologico, clinico e giuridico individua nella medicina del sonno pediatrica la specializzazione che meglio la rappresenta.
LA SIDS è un evento raro?
La S.I.D.S. rappresenta ancora oggi la principale causa di morte nel primo anno di vita escluso il periodo neonatale, essendo responsabile del 25% dei decessi tra 1 e 12 mesi di età.
Tuttavia le campagne di prevenzione condotte negli ultimi 20 anni, agendo sui principali fattori di rischio modificabili della S.I.D.S., hanno contribuito ad una riduzione media dell’incidenza del fenomeno di circa il 50% in molti paesi industrializzati.
L’epidemiologia mostra un quadro disomogeneo relativamente alla diffusione della S.I.D.S. in termini geografici, etnici e razziali a causa non solo delle differenze biologiche
tra le popolazioni e dei diversi criteri di raccolta dei dati, ma soprattutto delle sostanziali differenze economiche e socio-culturali che modificano il peso dei fattori di rischio nelle
varie realtà geografiche ed umane. Le raccomandazioni di prevenzione infatti, vengono diffuse ed applicate con più difficoltà nelle popolazioni economicamente e socialmente disagiate che presentano tassi di incidenza più elevati.
Dati epidemiologici nazionali che documentino l’incidenza della S.I.D.S. e l’andamento del fenomeno nel tempo in Italia non sono attualmente disponibili.
S.I.D.S.: una tragica interazione di cause
Perché un bambino apparentemente sano muore di S.I.D.S.? Quali sono i meccanismi fisiopatologici responsabili di questo tragico evento?
Le ricerche di fisiopatologia clinica e le indagini epidemiologiche, non hanno ancora condotto ad una spiegazione completa del fenomeno, ma hanno individuato alcune condizioni che lo accompagnano costantemente rinforzando il concetto di S.I.D.S. come entità nosologica a sé stante determinata non da un’unica causa, ma dalla compresenza di più fattori.
- in un momento particolare della vita
- in un ambiente particolare
- in un bambino particolare
Ho vissuto in prima persona la tragica esperienza della sids nel lontano 1976: il mio bambino, nato a termine con parto naturale, peso ottimo e nessuna patologia accertata, è morto al mattino, in culla, senza alcun preavviso. Mio padre era un noto pediatra romano e controllava frequentemente il nipotino: quel giorno sarebbe arrivato più tardi per la visita mensile, il bambino compiva 2 mesi….mio padre qualche giorno dopo chiesa a Zurigo, dove partecipava a un corso pediatrico,una tavola rotonda sulla morte in culla, così come si mise in contatto con ambienti americani per avere un confronto sul tema. In allora si parlò di eventuale timo ingrossato, di alterazione cardiologica in ambito elettrico.
Ancora oggi a volte mi dicono persone di vario genere:” Ma forse un rigurgito, oppure una infezione?” Insensibilità, ignoranza….spesso si pensa” A me non può capitare…”
In realtà non c’è business farmaceutico…
Dieci anni fa, ho scritto un romanzo,La morte nella culla” , nella speranza che potesse richiamare l’attenzione su questa realtà misteriosa e potesse, oltre a mantenere vivo mio figlio, essere motivo di riflessione e di stimolo per la ricerca. Il romanzo è anche altro, ma il nucleo ha questo fine ed è estremamente corrispondente alla esperienza vissuta.
Era il mio secondo figlio, e ne ho avuti altri due, Ci vuole coraggio, ma la vita è bella e ci deve trascinare, per non dimenticare e per fare testimonianza e creare opportunità.
Luisa Giobbe